Il quadro emerge dall’Analisi dei flussi trimestrali inviati e dalla Survey condotta in collaborazione con Banca d’Italia e Consob.


Ha superato i 2,7 miliardi di euro, a marzo 2024, il saldo totale delle valute virtuali detenute dalla clientela italiana, con un incremento pari a +85% rispetto all’ultimo trimestre 2023. In aumento anche il numero di clienti che le detiene (+13%) e dei VASP (+9%), iscritti nel Registro detenuto dall’OAM. Anche con riferimento alle operazioni di conversione da valuta legale a virtuale e viceversa, si evidenzia una crescita sia del numero delle operazioni che del numero di clienti.


È quanto emerge dai flussi trimestrali inviati dagli Operatori all’Organismo che ha anche condotto, in collaborazione con la Banca d’Italia e con la Consob, un’analisi sull’interesse dei VASP (Virtual Asset Service Provider) ad operare in Italia dopo l’entrata in vigore del Regolamento MiCAR. L'indagine conoscitiva condotta ha rilevato come molti VASP stiano considerando di presentare istanza di autorizzazione alla prestazione di servizi per le cripto-attività in Italia entro il primo semestre del 2025, in particolare con riferimento alle attività di scambio di cripto-attività con fondi, allo scambio di cripto-attività con altre attività e all’esecuzione di ordini di cripto-attività per conto di clienti.


Nel primo trimestre mercato in crescita in tutte le sue variabili

I dati trasmessi dai VASP all’Organismo mostrano una crescita nei dati relativi alle operazioni effettuate in valuta virtuale sul territorio della Repubblica. A fine marzo 2024, oltre 1,3 milioni di clienti detenevano criptovalute per un controvalore di 2,7 miliardi di euro.



Consolidata la tipologia della clientela, portafogli più consistenti per la fascia d’età tra i 40 e i 60 anni


La tipologia della clientela appare consolidata, in linea dunque con le precedenti analisi, con i giovani più interessati alle criptovalute ma con valori detenuti minimi, mentre i portafogli più consistenti riguardano la fascia di età tra i 40 e i 60 anni. In particolare dai dati al 31 marzo emerge che la maggior parte dei clienti nella forma di persone fisiche è compresa tra i 18 e i 29 anni (36%) e tra i 30 e i 39 anni (28%). Seguono le fasce d'età 40-49 anni (18%) e 50-59 anni (12%). Le fasce d'età superiori, 60-69 anni e oltre i 70 anni, rappresentano rispettivamente il 4% e l'1% del totale.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei clienti nella forma di persone giuridiche, la maggior parte si trova nel Nord Italia (49%) e all'Estero (31%), mentre il Centro e il Sud rappresentano quote minori, rispettivamente l'11% e l'8%. Sembrerebbe quindi che le attività degli Exchange siano più concentrate nelle regioni economicamente più sviluppate e con maggiore apertura internazionale. La maggior parte dei clienti delle piattaforme di Exchange sono persone fisiche, rappresentando il 99,93% del totale. Le persone giuridiche costituiscono solo lo 0,07%.



Mercato dominato dagli Exchange di grandi dimensioni


Gli Exchange di grandi dimensioni dominano il mercato sia in termini di numero di clienti che di controvalore delle transazioni. Gli Exchange medio-piccoli, pur avendo una presenza minore, giocano comunque un ruolo cruciale, gestendo una porzione significativa delle operazioni di conversione e trasferimento di valute virtuali e legali. Le operazioni di conversione da valuta legale a virtuale e viceversa hanno visto un aumento sia nel numero che nel controvalore delle transazioni e sono gli Exchange di grandi dimensioni a gestire la maggior parte delle operazioni.

Rimane dunque sostanzialmente invariata la struttura di mercato che vede le operazioni concentrate presso i VASP di maggiori dimensioni.



Circa la metà dei VASP interessati alla prestazione di servizi in cripto-attività


Dall’indagine conoscitiva Banca d'Italia e Consob, effettuata in collaborazione con l'OAM, emerge che circa la metà dei VASP iscritti al Registro sono interessati alla prestazione di servizi in cripto-attività quando diventerà applicabile il Regolamento MiCAR. In particolare percentuali significative indicano un'intenzione di procedere con varie attività, come lo scambio di cripto-attività con fondi (45%), lo scambio di cripto-attività con altre attività (52%) e l’esecuzione di ordini di cripto-attività per conto di clienti (48%).

Interesse decisamente minore è stato invece mostrato nei confronti dell’emissione di token collegati ad attività (Asset-Referenced Token, ART): il 45% degli operatori non è infatti intenzionato a richiedere la relativa autorizzazione o a chiederne l'ammissione alla negoziazione. Ancora meno allettante sembra essere l’offerta al pubblico token di moneta elettronica o la loro negoziazione: il 58% dei VASP rispondenti non chiederà la relativa autorizzazione. Per entrambe le attività, tuttavia, si segnala un 36% di operatori che sta ancora valutando le scelte da compiere.


Infine, appena il 12% è intenzionato a notificare entro il primo semestre 2025 all'Autorità competente italiana un White Paper per l'offerta al pubblico o la richiesta di ammissione a una piattaforma di negoziazione di una cripto-attività diversa da un token collegato ad attività o da un token di moneta elettronica. Un altro 42% sta ancora valutando questa possibilità.


Roma, 12 luglio 2024


 

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