Italia al secondo posto, tra i 10 Paesi europei con il maggior prodotto interno lordo, per numero di Prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale e Prestatori di servizi di portafoglio digitale (VASP). È uno degli elementi che emerge dall’analisi che accompagna il report sul primo flusso trimestrale 2023 relativo alle operazioni effettuate dalla clientela che, in base alla legge, i VASP devono inviare all’Organismo Agenti e Mediatori.
Dal report risulta che alla fine del primo trimestre del 2023 i clienti detenevano oltre un miliardo di euro in valute virtuali. Complessivamente sono stati trasmessi all’Organismo i dati identificativi e relativi all’operatività in criptovalute di 1.174.914 clienti: di questi il 59% (690.665 clienti) deteneva, all’ultimo giorno del trimestre di riferimento, criptovalute in portafoglio, per un controvalore in euro pari a 1.067.614.570, per un valore medio pari a 1.545,78 euro. Nello stesso periodo sono state effettuate 1.758.823 operazioni di conversione da valuta legale a virtuale (in media 11,74 operazioni per cliente) e 1.573.691 di operazioni di conversione da valuta virtuale a legale (in media 14,99 operazioni per cliente).
L’analisi sui primi 10 Paesi europei per Pil ha invece evidenziato che l’Italia, al 30 giugno 2023, con 114 VASP iscritti nell’apposito Registro, è seconda solo alla Polonia che detiene il primato con 768 operatori. Terza la Francia (78 operatori). Complessivamente nei 10 Paesi sono attivi 1.116 VASP.
In Italia presenti 127 punti fisici e 77 ATM
Il report fotografa, nel dettaglio, il mercato delle criptovalute in Italia. Dal lato degli operatori i 109 VASP nella forma di persone giuridiche iscritti alla Sezione speciale del Registro OAM erogano i servizi alla clientela anche attraverso punti fisici (127) e ATM (77). I punti fisici sono concentrati in Lombardia (18%), seguita dal Lazio (17%) e Toscana (13%).
Dei 74 operatori che hanno trasmesso i dati della clientela, 53 società sono classificabili come ‘piccoli’ (hanno trasmesso informazioni su un numero di clienti inferiore a 500); 15 appartengono alla categoria “Exchange medio” (le informazioni inviate riguardano un numero di clienti compreso tra 500 e 50.000) e solo 6, classificabili come grandi, hanno trasmesso dati relativi a oltre 50mila clienti.
Dal lato della clientela il 99,88% è rappresentato da persone fisiche e solo lo 0,12% da persone giuridiche concentrate al Nord e al Centro (rispettivamente 46 e 30%).
Clientela giovane ma a investire di più sono gli ultraquarantenni
Dai dati trasmessi risulta che la clientela nella fascia d’età tra i 18 e i 29 anni rappresenta la quota maggiore, pari al 40%, seguita dai clienti con età tra 30 e 39 anni (25%). Il peso percentuale si riduce man mano che sale la fascia d’età, arrivando all’1% per gli ultrasettantenni. Se però si esamina l’ammontare degli investimenti (sia i saldi totali delle valute legali e virtuali che il numero e il controvalore delle operazioni di conversione delle valute legali in valute virtuali, e viceversa) a detenere il primato è la clientela compresa tra i 40 e i 60 anni, con percentuali intorno al 50 per cento.
Individuati 19 operatori potenzialmente abusivi
Sul fronte della lotta all’abusivismo, l’OAM ha individuato 16 soggetti che sembrerebbero svolgere l’attività di VASP senza essere iscritti al Registro speciale. In particolare, sono stati analizzati 65 soggetti, verificando che il 25% del campione (16 soggetti su 65) ha un sito internet in lingua italiana e il 5% (3 soggetti su 65) un social network in lingua italiana.
Le principali informazioni sui soggetti analizzati e la presenza di eventuali elementi indiziari dello svolgimento dell’attività riservata sul territorio nazionale in assenza di iscrizione saranno oggetto di comunicazione alla Guardia di Finanza per gli accertamenti di competenza.
Roma, 21 luglio 2023